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Hanno detto del libro"Il romanzo è un ottimo pastiche lovecraftiano, divertente e sottilmente inquietante, Scott Ronson (A.V.) "Giallo claustrofobico, incubo lovecraftiano, commedia grottesca sul Ventennio: David Frati, www.mangialibri.com "Un esperimento letterario dal fine non comune, sapientemente intriso nel genere Matteo Merli, www.scanner.it "Nel fruscìo delle pagine s'ode distintamente il respiro del mare." E. Zann, L'eco di Arkham "La vicenda di Isola Mortorio mi ha fatto ghiacciare il sangue nelle vene." R.M. Renfield, The Independent "Una grande storia. Vorrei averla scritta io." A. Christie RecensioniLorenzo Trenti ha recensito Il sangue non è acqua per Horror Magazine. Roberto Sturm ha recensito Il sangue non è acqua per IntercoM. Chiara Bertazzoni ha recensito Il sangue non è acqua per Thriller Magazine.
Lovecraft è stato usato in tanti modi, nella letteratura, nel cinema, nel fumetto e nei giochi, anche in Italia. In pochi, però, hanno creato un’ambientazione lovecraftiana pienamente italiana, come in questo brillante romanzo di Paolo Agaraff, già autore, per lo stesso editore, di Le rane di Ko Samui (2003). Fra i luoghi dell’immaginario «notturno» italiano, la Sardegna si sta rivelando una delle fonti più produttive e sorprendenti. Ambientazione di gialli e noir ben oltre i limiti del grottesco, come quelli di Marcello Fois e Giorgio Todde, la Sardegna è anche lo sfondo dei racconti horror di Nicola Verde, e non va dimenticato Il mistero dell’inquisitore Eymerich di Valerio Evangelisti, in cui lo straordinario sincretismo di miti e leggende sarde apriva la strada a un’inquietante parabola sul potere. Forse sono meno audaci le ambizioni del trio di autori anconetani (Gabriele Falcioni, Roberto Fogliardi e Alessandro Papini), appassionati di giochi di ruolo e di narrativa fantastica, che si firma sotto lo pseudonimo di Paolo Agaraff. Ma nella creazione di un luogo italiano catalizzatore dell’orrore lovecraftiano, in una costa gallurese non meno frastagliata dalle penetrazioni del soprannaturale di quella del New England, l’incubo è in perfetta consonanza con uno sfondo, passato e presente, permeato di violenza nascosta sotto la superficie. Una letteratura popolare italiana radicata nel paesaggio nostrano sta cominciando a prendere forma anche nell’orrore. La Mortorio del mondo reale è stata quasi sempre un’isola disabitata, ma Il sangue non è acqua la rende uno dei primi insediamenti importanti nelle spedizioni italiane di esplorazione del fantastico-orrifico. Anche la forma stessa davvero inusuale soprattutto da noi di una collaborazione a sei maniè un bell’ideale di artigianato letterario collettivo che ci piacerebbe diventasse un modello. Per finire, ricordiamo che il sito www.paoloagaraff.com contiene una pagina da cui si accede agli scenari di un possibile gioco di ruolo basato sul romanzo, e a una sceneggiatura del romanzo: una dimensione multimediale della letteratura che può indicare una strada anche per altri. E che, ne siamo certi, continueremo a percorrere insieme a Paolo Agaraff. Salvatore Proietti, Alpha Quadrant n.31 Disponibile anche su PaginaTre Un "fanta giallo" con humour Con il precedente Le rane di Ko Samui Paolo Agaraff aveva regalato alla letteratura italiana un racconto di rara originalità e sense of humour, tanto da strappare allo scrittore e critico Valerio Evangelisti lodi sperticate ("Se mi avessero detto che un tema lovecraftiano si sarebbe potuto tradurre in un racconto esilarante, non ci avrei creduto. Ce ne erano stati alcuni esempi e non mi avevano persuaso. Questo mi persuade, eccome"). Insomma, una rivelazione. Ora il fantomatico autore torna alla ribalta con il romanzo Il sangue non è acqua. La casa editrice è sempre la stessa, l'anconetana Pequod, lo stile anche, seppure Agaraff, pseudonimo che cela tre giovani scrittori anconetani, stavolta alza il tiro, shakerando un cocktail che mescola sapientemente giallo e fantascienza, tensione e ironia, in un crescendo inarrestabile di passioni, omicidi, improbabili mutazioni e vicende rocambolesche. Alessandro Papini, Roberto Fogliardi e Gabriele Falcioni, ecco i tre autori all'anagrafe, raccontano una storia che parte da un vecchio diario dalla copertina nera, rigida, con la pelle segnata dalle mani che lo hanno scritto e sfogliato; uno di quei diari che assumono l'aria polverosa e l'odore di muffa delle cantine in cui riposano da decenni. Basta annusarlo per scoprire memorie di storie dimenticate e misteri inspiegabili, basta seguirne le tracce per capire che è proprio lui il protagonista della vicenda, ambientata nell'isola sarda di Mortorio (sic). Qui sorge villa Eleonora, una vecchia casa a strapiombo su un mare irrequieto e minaccioso, dove si incontrano sette lontani parenti venuti per la lettura del testamento del defunto e quasi sconosciuto cugino Bonifacio. Giunti a destinazione, sono accolti da un inquietante notaio, una dimessa governante e dal figlio Primo. Unico abitante dell'isola è il misterioso pescatore Tziu Afisinu. In un susseguirsi di strani incidenti e morti improvvise il presente sembra a poco a poco chiarirsi attraverso le pagine del diario, ed emergere tra i personaggi un legame in grado di oltrepassare i confini della realtà. Un destino ciclico già segnato o una vera e propria maledizione? Raimondo Montesi, Il Resto del Carlino
Fantascienza 2006, l'anno della riscossa "...L'essere che aveva parlato parve fargli un ultimo cenno, poi si girò nuovamente verso l'uomo appeso alla parete di pietra, e alzò il braccio destro, mostrando all'incerta penombra di quel luogo cupo una mano dotata di lunghi artigli ricurvi. Sembrava intenzionato a straziare ancora quella rosea carne molliccia, invece si fermò in quella posa, si volse verso l'altra ombra al suo fianco e chiese, con un assurdo tono divertito: Che preferisci mia cara, petto o coscia?". In questo stralcio del romanzo di Agaraff, ripreso da un punto che non sveleremo, troviamo tutto il necessario per capire, al di là delle definizioni di rito, la natura dell'opera in esame - luoghi cupi, ombrosi, rocciosi, gotici; creature non umane; comportamenti e parole surreali. Aggiungiamo l'accattivante formato editoriale (illustrazione e grafica di copertina, caratteri di stampa) e avremo un libro da non farsi mancare nella propria libreria personalizzata. Errico Passaro, Il Secolo d'Italia
Marco Accorti, L'Ateo |