Paolo Agaraff

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Paolo Agaraff torna a scuola

Un fedelissimo di Agaraff, Pino D'Emilio, professore di lettere all'Istituto Professionale di Stato "A. Panzini" di Senigallia, ha avuto l'idea di proporre "Le rane di Ko Samui" in lettura ai suoi alunni. L'esperienza ha inequivocabilmente segnato quei teneri virgulti e ce lo racconta con simpatia lo stesso Pino, negli articoli che seguono.

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Lo scrittore e la scrittrice della porta accanto

Se la giornalista che intervistava Michele Apicella in "Palombella rossa" di Moretti avesse affermato che "i giovani di oggi non leggono", probabilmente avrebbe fatto una fine orribile.

Resta comunque innegabile che stimolare negli studenti la voglia di leggere debba essere un obiettivo prioritario della scuola. Secondo un recente e autorevole sondaggio il libro più odiato dagli italiani sarebbe "I promessi sposi". Questo dato deve far riflettere: come è possibile che sia addirittura "odiato" uno dei più importanti (e belli) romanzi italiani? Risposta: la sua lettura è obbligatoria in molte scuole, e il fatto che la lettura del romanzo venga spesso affiancata da noiose esercitazioni, analisi dei personaggi eccetera, trasforma il piacere della lettura in un "compito". Ma, come afferma Pennac, "il verbo leggere non sopporta l'imperativo".

Non mi interessa se i giovani odiano la grammatica e se mi maledicono per gli esercizi di lessico che assegno loro, purché, nel loro interesse, imparino; gli studenti del mio, si noti bene, istituto professionale, dovranno, come diceva il sindacalista Di Vittorio, sapere una parola in più dei loro futuri datori di lavoro; ma non posso rischiare di ottenere lo stesso effetto con le opere letterarie.

A tale proposito, nel mio istituto, il "Panzini" di Senigallia, è da anni attivato il progetto "Lo scrittore e la scrittrice della porta accanto", volto a far leggere ai ragazzi opere di scrittori marchigiani, "vicini di casa", quindi, come tali più facilmente disponibili a illustrare i loro lavori agli studenti nell'incontro "dal vivo" previsto dal progetto. La conoscenza diretta degli autori, la possibilità di porre loro delle domande, infatti, può appunto essere di incentivo alla lettura e rappresenta in ogni caso un'opportunità di crescita culturale, specialmente in un istituto professionale, in cui molti ragazzi sono in genere più portati per le attività pratiche.

Grazie alla professoressa Gianna Cataffo, entusiasta responsabile del progetto, negli anni scorsi gli studenti di alcune classi hanno avuto proficui contatti con poeti del calibro del pesarese Gianni D'Elia e con scrittori come Angelo Ferracuti.
Quest'anno (2004), la scelta è caduta su Paolo Agaraff e sul suo romanzo "Le rane di Ko Samui", per i seguenti motivi:

  1. l'autore e la casa editrice sono marchigiani
  2. il genere horror è in genere gradito agli studenti
  3. il libro costa poco e, quindi, non si rischia di mettere in difficoltà famiglie con problemi economici
  4. il romanzo è breve e, pertanto, non spaventa gli studenti meno capaci o motivati
  5. il romanzo è scritto bene, senza pretenziose pseudoricerche stilistiche che potrebbero renderne ardua la lettura
  6. il romanzo è piaciuto sia a me sia, soprattutto, alla responsabile del progetto
  7. ho la fortuna di conoscere Agaraff e, quindi, ho la possibilità di concordare al meglio con lui l'impostazione dell'incontro con gli studenti; potrò lanciargli un'occhiataccia se durante il dibattito si lancerà in voli pindarici e potrò dirgli "Smettila, scemo, non lo vedi che stanno sbadigliando?"

Oggi è arrivato dalla Pequod il pacco con i libri...

Decine di copie delle "Rane" vagano per le Marche, portate da autobus, treni, motorini, da Mondavio ad Ancona, da Fabriano ad Arcevia, dentro zainetti pieni di merendine, panini, sigarette, forse hashish, casualmente contenenti qualche libro e, forse, una penna smangiucchiata...
È probabile che le immagini delle rane in copertina saranno già state modificate da abili mani, che so, ornandole con un membro virile o riempiendo lo spazio bianco tra l'immagine e il titolo con un bel "tezta de caso".
Una, forse, è stata già gettata per ischerno dal finestrino del treno, presso Angeli di Mergo...

Oggi, prima ho spiegato l'Adelchi; poi per una decina di minuti ho fatto leggere le "Rane", per saggiare le reazioni degli studenti; gli sta piacendo, non alzavano la testa dal libro se non per chiedermi il significato di alcune parole, nonostante si fosse a pochi minuti dalla fine dell'ultima ora!
L'ardito incipit (Il cielo è terso) ne ha bloccati molti che non sanno che significa "terso"; qualcuno aveva capito "perso", altri "terzo"... non parliamo poi di termini come "procace", "procellosa", "flutti", "arenile", "graveolenti", però si stanno appassionando (ora continueranno la lettura per conto loro).
Un corpulento anconetano ha dichiarato, non so su quali basi teoriche: "Oh, se vede che questi so' d'Ancona". Un altro, sfogliando il libro, è venuto a conoscenza dell'esistenza di Bigbanana; breve spiegazione del... carattere del personaggio; ilarità; uno esclama: "Tanto il mito è Rocco Siffredi!"
Altri commenti: "Ma cosa vol' di' che è nato tra il 1966 e il 1969?" "Ma cusa sei, stupido? te l'ha detto l'altra volta che enno tre!"

Comunque, sul mio registro oggi ho scritto: Adelchi (trama e caratteri dell'opera); introduzione alla lettura de "Le rane di Ko Samui" di P. Agaraff. Aoh, so' soddisfazioni...

Giuseppe D'Emilio

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Grazie, Pino, da tutto Agaraff!